Cosa ha detto

Inchiesta corruzione, per Signorini un interrogatorio di tre ore: “Comportamenti inappropriati, ma nessuna corruzione”

L'ex presidente dell'Authority ha risposto a una decina di domande dei pm, spiegando i rapporti che lo legano all'imprenditore Aldo Spinelli: "Ribadita la correttezza delle pratiche"

Genova. È durato circa tre ore l’interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, arrestato e in carcere nell’ambito della maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria, davanti ai pm. Per lui una decina di domande da parte dei pm Federico Manotti, Luca Monteverde e Ranieri Mniati e poi circa un’ora di dichiarazioni spontanee prima di essere nuovamente trasferito in carcere.

Non era previsto che fosse un interrogatorio molto lungo, gli addebiti sono relativamente pochi – ha detto all’uscita dal tribunale l’avvocato Enrico Scopesi, riferendosi ai rapporti con Aldo Spinelli – Ha chiarito la frequentazione con quello che ha sempre ritenuto e ritiene un amico. Riconosce tanto più evidentemente oggi, con il senno di poi, che fossero comportamenti non così appropriati, detto questo ha ribadito che tutto l’operato è nell’interesse del porto e degli operatori, è stato molto fermo. Le contestazioni sono di due o tre pratiche, ha risposto alle domande e spontaneamente chiarito alcuni aspetti, come quelli sulla correttezza delle pratiche amministrative”.

Gli avvocati Enrico e Mario Scopesi si dicono “moderatamente soddisfatti” e dicono che nei prossimi giorni presenteranno istanza di revoca o attenuazione della misura. Ricordiamo che Signorini è l’unico tra gli arrestati del 7 maggio ad essere detenuto in carcere. I legali sanno però che l’interrogatorio non ha soddisfattto i pm. “Ha respinto tutti gli addebiti” dicono in Procura e il fatto che l’interrogatorio non sia stato secretato è anch’esso indicativo del fatto che al nono piano di Palazzo di giustizia non è risultato di alcun interesse investigativo. La conseguenza quasi certa è che, senza ammissioni i pm daranno parere negativo a un’eventuale richiesta di revoca della misura. Alla domanda di un cronista su quando Signorini potrà lasciare il carcere, il legale ha risposto un laconico “prima o poi uscirà”.

Signorini ha fra l’altro anche negato che sia stato Aldo Spinelli a prestargli i 15mila euro per il catering del matrimonio della figlia affinché li potesse restituire all’amica che per prima glieli aveva dati ma che li rivoleva indietro: “Me li ha prestati un’amica e poi glieli ho restituiti quando ho vinto 40mila euro al Casinò” ha detto ai pm, smentendo le stesse dichiarazioni di Aldo Spinelli che ha confermato nell’interrogatorio di aver dato i soldi a Signorini per la figlia ma ha detto che “erano un prestito, doveva ridarmeli quest’anno con il bonus dello stipendio”.

L’ex presidente dell’Autorità Portuale era arrivato a palazzo di giustizia, trasferito da Marassi, poco prima delle 13 ed è subito salito al nono piano, sede della procura, per prendere posto davanti al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e ai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti.

L’interrogatorio di Signorini è dunque durato molto meno rispetto a quello cui è stato sottoposto il presidente della Regione, ora sospeso, Giovanni Toti, che venerdì era stato prelevato dalla sua abitazione di Ameglia, dove sta trascorrendo i domiciliari, e traferito alla caserma del Roan della guardia di finanza a Molo Giano, in porto.

Signorini e le concessioni portuali ad Aldo Spinelli

A Signorini la procura contesta di avere agevolato l’assegnazione di aree portuali all’imprenditore e patron della logistica genovese Aldo Spinelli in cambio di svariati favori e regalie, dai soggiorni in hotel di lusso a Monte Carlo a posti vip a tornei di tennis passando per serate completamente spesate al casinò (con fiches che sarebbero state fornite proprio da Spinelli), gioielli per la compagna e anche parte dei soldi necessari per pagare il catering del matrimonio della figlia. A questo si aggiunge anche la promessa di un impiego da 300mila euro quando avesse concluso il mandato da presidente dell’Autorità Portuale.

Nel mirino della procura ci sono in particolare le aree ex Enel e il terminale Rinfuse: per le prime il via libera dal comitato di gestione dell’Autorità Portuale era arrivato a dicembre 2022, per il secondo a fine 2021.

Signorini, secondo la procura, si sarebbe assunto l’impegno di “velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova” (Trge), controllata al 55% da Spinelli e partecipata da Msc, e di “accelerare la calendarizzazione della pratica (di Trge, ndr) in Comitato di Gestione”.

Il ruolo di Signorini nella concessione trentennale del terminal Rinfuse è emerso, ovviamente, anche nell’interrogatorio di otto ore cui è stato sottoposto venerdì Giovanni Toti. Alla richiesta di chiarimenti sul pranzo in barca del primo settembre 2021 e sulla richiesta di Spinelli di accelerare l’approvazione della proroga, Toti ha risposto che “Spinelli mi ha chiesto di intervenire per capire perché non stava andando a buon fine la sua richiesta”, confermando di avere subito chiamato Signorini per informarsi.

La telefonata, ha spiegato Toti, “era finalizzata a comprendere il contesto in cui si trovava la pratica, chiedendo informazioni a Signorini anche per comprendere se vi fossero state ragioni ostative”. E ai pm che lo hanno incalzato domandando perché nel corso della telefonata Toti aveva esortato Signorini a portare la pratica in comitato il prima possibile, Toti ha risposto che “è doveroso per la pubblica amministrazione evadere le richieste velocemente e la soluzione di questa pratica rappresentava una frazione di un progetto generale”.

Il filone d’inchiesta che coinvolge Mauro Vianello

Nell’ambito della maxi inchiesta a Signorini viene contestato anche di avere accettato da Mauro Vianello (anche lui indagato), un’auto per raggiungere e rientrare da Montecarlo per due giorni ad aprile, un Apple Watch da regalare e 6.600 euro per saldare il conto del banchetto di nozze della figlia.

Vianello è titolare del 54,19% delle quote dell’impresa Santa Barbara S.r.l., attiva nel settore degli affari concernenti i trasporti e le comunicazioni e specializzata nei servizi di Prevenzione, Vigilanza e Primo Intervento Antincendio nell’ambito del porto di Genova. 

Proprio Signorini inoltre avrebbe spinto per nominare Vianello consulente in Iren, con il compito di curare i rapporti con il territorio e lo sviluppo di progetti in Liguria “come corrispettivo ricompensa delle utilità ricevute”, secondo quanto sostengono i pm. La consulenza a Vianello è stata poi sospesa.

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