Intenzioni

Gratarola apre al futuro da assessore nel dopo Toti: “Sono un public servant, resto a disposizione”

Medico anestesista, è l'unico tecnico della giunta ma mette in chiaro: "Siamo tutti un po' politici, se me lo chiede una compagine di cui non condivido il percorso dico di no"

angelo gratarola

Genova. “Come dicono gli anglosassoni, sono un public servant, cioè un un servitore pubblico”. Si definisce così Angelo Gratarola, assessore alla Sanità della Regione Liguria, arrivato in giunta nel 2022 per farsi carico di quella che è probabilmente la delega più pesante. Nella squadra di Giovanni Toti, sospeso dalle sue funzioni finché rimarrà agli arresti domiciliari per corruzione, è l’unico tecnico avendo alle spalle un lungo curriculum fatto solo di professione medica ospedaliera.

Ma cosa farà Angelo Gratarola in futuro se diventerà concreta l’ipotesi di elezioni anticipate in seguito alle dimissioni del governatore? L’assessore non si nasconde: “Io sono un tecnico, però poi tutti noi siamo politici a nostro modo e io anche. Credo nella bontà del progetto e quindi sono qui, lavoro e lavorerò fino a quando mi sarà consentito. Poi, se ci saranno le elezioni e ci sarà un’altra compagine di cui magari non condivido il percorso dirò di no, se mi chiederanno qualche cosa. Io in questo momento faccio il mio mestiere, gioco in questa squadra e sono quindi portato a spingermi a portare avanti tutti i progetti che questa squadra ha stabilito”.

Quindi rimarrebbe a disposizione? “Resto a disposizione per fare quello che mi è stato chiesto di fare, cioè dare una mano nell’ambito della gestione della salute, che è uno degli argomenti che conosco di più”, risponde Gratarola qualificandosi appunto come “servitore pubblico”. Che fu poi il suo motto nel giorno della prima conferenza stampa da assessore: “Sono un uomo del servizio sanitario regionale, quindi mi è stato chiesto questo sforzo e lo faccio volentieri”.

La sua provenienza non politica gli è sempre valsa il rispetto da parte delle forze d’opposizione – che avevano esercitato fortissime pressioni su Toti perché cedesse la delega alla sanità – ma le parole di oggi segnano in qualche modo un confine di campo: se da una parte escludono l’ingaggio da parte di un’ipotetica giunta di centrosinistra, dall’altra aprono invece a un Gratarola bis nell’eventualità di una riconferma del centrodestra, tenendo conto delle numerose partite aperte e di quanto sia “scottante” la materia per tutti i partiti.

Gratarola, 64 anni, nato in provincia di Pavia, era arrivato in Liguria nel 2010 per dirigere l’unità operativa di Anestesia e rianimazione, per poi assumere la guida del pronto soccorso nel 2012. Dal 2018 era diventato anche coordinatore del dipartimento interaziendale regionale di Emergenza-urgenza. In passato aveva lavorato negli ospedali di Vigevano, Novara e Vercelli.

Ma non sente un po’ la nostalgia di quel mondo? “Ma no, l’ho fatto per 35 anni”, risponde deciso. E comunque, se l’esperienza politica dovesse finire qui, Gratarola potrà godersi la pensione, visto che ormai ha maturato i requisiti e a luglio arriverà al suo posto un nuovo primario a dirigere il pronto soccorso del San Martino.

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