L'interrogatorio

Corruzione, Signorini ai pm: “Toti mi telefonò per accelerare sul Rinfuse”. I regali di Vianello? “Non c’entrano con l’aumento tariffario alla Santa Barbara”

La linea difensiva è simile a quella del governatore: "Ho agito solo nell'interesse pubblico"

signorini tribunale interrogatorio

Genova. “E’ vero che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti mi telefonò per accelerare la pratica del Rinfuse ma visto il mio ruolo erano sempre in tanti a chiamarmi per chiedere di accelerare le varie pratiche. Quella del Rinfuse fra l’altro era ferma da due anni. Sul Rinfuse e anche sul resto io ho sempre agito nell’interesse pubblico”. Lo ha detto ieri nel corso dell’interrogatorio davanti ai pm Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova ed ex amministratore delegato di Iren in carcere per corruzione dal 7 maggio nell’ambito dell’inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria e portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti.

“Quella deI terminal Rinfuse era una pratica aperta con Aldo Spinelli nel 2019, ci stava che nel 2021 sollecitassero“, ha detto il manager che ha ribadito rispondendo alle domande dei magistrati che i suoi rapporti con Spinelli “che era un amico” non hanno influito sulle sue scelte e sui suoi doveri d’ufficio.

Per il resto Signorini ha ammesso leutilità” ricevute da Spinelli e ha spiegato che in qualche momento ha avuto alcuni problemi economici, legati per lo più alla sua passione per il gioco. Per esempio quando ha chiesto un prestito di di diverse migliaia di euro a un’amica per pagare il catering del matrimonio della figlia. Secondo quanto emerso dalla indagini per restituire il prestito Signorini si face dare i soldi da Spinelli in contanti, mentre ieri Signorini ha negato questo passaggio di denaro dicendo che “i soldi li ho restituiti dopo aver vinto 40mila euro al casinò”. Di fatto ha parlato solo di qualche “comportamento inopportuno” ma che a suo avviso nulla ha a che vedere con la corruzione

A Signorini i pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Ranieri Miniati hanno chiesto anche dei rapporti con l’imprenditore Mauro Vianello per l’aumento tariffario alla Società Santa Barbara (azienda di cui Vianello detiene la maggioranza del pacchetto e che si occupa di prevenzione e antincendio): “Era giusto adeguare le tariffe visto che si tratta di un servizio molto importante per il porto” ha detto Signorini a cui Vianello secondo l’accusa ha offerto un’auto per raggiungere e rientrare da Montecarlo per due giorni ad aprile, un Apple Watch da regalare alla fidanzata e 6.600 euro per saldare il conto del banchetto di nozze della figlia. Per Signorini però “l’aumento tariffario non c’entra nulla con i miei rapporti di amicizia con Vianello”.

Visto che Signorini ha negato che soldi e regali ricevuti abbiano influito sulle sue scelte i pm non gli hanno neppure contestato ieri la consulenza da 200mila euro (ora sospesa) all’amico Vianello solo un paio di mesi dopo essere stato nominato ad di Iren (l’azienda, dopo la bufera, gli ha ritirato tutte le deleghe, ndr). Come dire che, vista la scelta difensiva di negare ogni correlazione tra favori ricevuti e favori fatti, per i pm era completamente inutile proseguire

Gli avvocati di Signorini, Enrico e Mario Scopesi, si sono messi a disposizione per un nuovo interrogatorio quando e se la Procura lo riterrà utile e nei prossimi giorni depositeranno un’istanza per la revoca o l’attenuazione della misura, chiedendo per esempio che anche lui possa andare ai domiciliari. E’ chiaro che se la Procura in una fase delicatissima delle indagini come quella che andrà avanti per almeno altre 2-3 settimane non è disposta a dare parere favorevole ad attenuazioni delle misure che possano comportare il rischio di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove (fino ad oggi ha dato parere negativo ad ogni istanza), potrebbe invece quantomeno rimettersi al gip circa il passaggio per Signorini dal carcere ai domiciliari con divieto esplicito di comunicare con l’esterno. Ma la decisione della procura la si conoscerà solo quando l’istanza sarà effettivamente presentata.

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