L'interrogatorio

Corruzione, Roberto Spinelli al gip: “Toti faceva sceneggiate perché voleva i finanziamenti, ma erano leciti”

Del finanziamento da 40mila euro Spinelli junior dice non sapere nulla e aggiunge: "Mio padre non me l'ha detto perché sapeva che io non volevo finire sui giornali. Tutta Genova finanziava Change ma uscivamo sempre solo noi"

Terminal Spinelli

Genova. “Toti chiamava mio padre, faceva delle sceneggiate perché voleva finanziamenti leciti”. C’è anche questo passaggio nell’interrogatorio di garanzia di Roberto Spinelli, il figlio dell’imprenditore 84enne agli arresti domiciliari assieme al governatore della Liguria Giovanni Toti e al suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani nella maxi inchiesta per corruzione della Procura di Genova. Un passaggio che ha necessitato di una precisazione depositata dai legali dell’imprenditore, gli avvocati Sandro Vaccaro e Andrea Vernazza, oggi al gip dopo avere letto le trascrizioni del verbale. Nel documento, infatti, era stato trascritto “finanziamenti illeciti“.

Nel corso dell’interrogatorio Spinelli jr, destinatario di una misura interdittiva, dice ancora: “siamo entrati nel 2008, ho visto tutti i sindaci di Celle, penso che una volta o due abbiamo mandato”. La frase riguarda la trasformazione della spiaggia di Punta dell’Olmo da pubblica in privata (l’unico capitolo dell’inchiesta su cui ha voluto rispondere al gip) tanto voluta dal padre: “ogni anno chiedeva a Toti come si poteva fare” e ha ripetuto, “non riesce a capire che non si può fare”. Era una operazione “impossibile”, così ha affermato l’ex consigliere delegato del gruppo, non era contemplato il rilascio della concessione.

Al di la delle dichiarazioni che sanno di tattica difensiva, sul padre ‘ingovernabile‘ dopo la morte della madre (“da un po’ volevamo affiancargli un amministratore di sostegno”) e sulle “sceneggiate” di Toti “per chiedere i finanziamenti” – contrastano con quanto dichiarato dall’84enne , ossia che ha sempre dato contributi a tutti – dall’interrogatorio viene a galla il tentativo, già emerso negli atti dell’inchiesta, di inviare soldi, schermandoli, al comitato Toti tramite la società Icon. Cosa che però non era andata a buon fine perché il fondo britannico, co-proprietario della società, dopo una consulenza con i propri legali aveva giudicato inopportuno l’invio dei finanziamenti. Roberto Spinelli ha detto che era stato suo padre a chiederlo

E sui finanziamenti da 40mila euro al comitato Toti ha detto: “Io non lo sapevo. Mio padre non me ne aveva parlato. Io non volevo più saperne perché non volevo più finire sui giornali. Tutta Genova finanziava Change e le uniche persone che uscivano eravamo noi“.

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