Genova. Lo aveva indirettamente preannunciato nell’interrogatorio di garanzia dove si era avvalso della facoltà di non rispondere ma ora è ufficiale: Matteo Cozzani non è più il capo di gabinetto della Regione Liguria. Si è dimesso tramite una PEC fatta recapitare a Pietro Paolo Giampellegrini e al presidente della Regione ad interim Alessandro Piana. La mossa potrebbe rappresentare un potenziale via libera – probabilmente non immediato – per chiedere la revoca della misura degli arresti domiciliari in quanto potrebbe decadere almeno la principale delle esigenze cautelari vale a dire la reiterazione del reato.
Nell’inchiesta genovese (ricordiamo che è indagato anche dalla Procura della Spezia per corruzione e turbata libertà degli incanti) Cozzani è accusato di corruzione elettorale con l’aggravante di aver agevolato la criminalità organizzata (per il presunto voto di scambio con i ‘riesini) e di corruzione semplice (per la vicenda legata ad Esselunga). Secondo quanto appreso Cozzani, difeso dall’avvocato Massimo Ceresa Gastaldo, a differenza dei coindagati Giovanni Toti e Paolo Emilio Signorini, non ha chiesto per il momento di essere sentito dai pm genovesi.
E sempre a differenza di Toti e Signorini è al momento l’unico (insieme a Francesco Moncada, colpito solo da una misura interdittiva) ad essersi ufficialmente dimesso dall’incarico.
Se questo sarà sufficiente a farlo uscire dagli arresti domiciliari dove si trova dal 7 maggio è presto per dirlo. E’ probabile che la Procura, fino a che non terminerà le audizioni di tutte le persone informate sui fatti, ritenga permanga per lui (e anche per gli altri indagati) il rischio di inquinamento probatorio e dia quindi in questa fase ancora un parere negativo all’eventuale richiesta di scarcerazione. C’è da ricordare inoltre che la gip Paola Faggioni, ha fino ad oggi respinto tutte le richieste di revoca o attenuazione della misura: lo ha fatto per Arturo Testa ma anche per Aldo Spinelli e per lo stesso Francesco Moncada. Ma terminata questa parte delle indagini, destinata – sembra – a durare ancora un mese al massimo – le cose potrebbero cambiare.
A questo proposito venerdì in Procura ricominceranno le audizioni dei testimoni. Tra gli altri sarà chiamata dai pm Ivana Semeraro, la referente del fondo britannico Icon che aveva negato di far transitare tramite la icon un finanziamento al comitato politico di Giovanni Toti nonostante il tentativo in questo senso Spinelli. “E un problema reputazionale – aveva detto Semeraro a Sciò Aldo che insisteva – perché i partiti politici ovviamente fanno parte delle varie istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’ (…) visti come corruzione, altre cose”.
Tra i primi ad essere ascoltati ci sarà l’avvocato Andrea La Mattina, il referente della Regione Liguria nel comitato di gestione. La Mattina, così come Giorgio Carozzi, pur essendo inizialmente contrario al rinnovo trentennale della concessione ad Aldo spinelli, dopo l’intermediazione e secondo l’accusa le pressioni di Giovanni Toti aveva cambiato opinione e aveva votato in modo favorevole al rinnovo.
Toti che nelle intercettazioni ha definito La Mattina, uno che “si compra con una carta unta“, nell’interrogatorio davanti ai pm aveva rivendicato le pressioni:per il presidente della Regione Liguria La Mattina non avrebbe potuto votare contro il rinnovo perché “in senso politico il voto contrario non avrebbe rispecchiato la posizione di Regione, Comune ed Autorità Portuale – ha detto nell’interrogatorio – Se i commissari vengono nominati dagli enti territoriali devono in qualche modo condividerne le posizioni sulle linee generali di sviluppo”.
E, ancora, saranno presto convocate in procura tre testimoni chiave per la vicenda del tombamento di Calata Concenter. Si tratta di Annamaria Bonomo, ex Avvocato dello Stato a Genova e consulente (a titolo gratuito) della Struttura Commissariale per la ricostruzione post Morandi guidata da Bucci; Lucia Cristina Tringali, dirigente e responsabile dell’anticorruzione interna di Autorità Portuale, e l’architetta Cristina Bartolini, Soprintendente alle Belle Arti di Genova. Tutte e tre, nel 2022 avevano espresso dubbi di legittimità sull’operazione.
Non sono state ancora calendarizzate le audizioni del sindaco di Genova Marco Bucci e del fondatore del gruppo Msc Gianluigi Aponte, ma potrebbero svolgersi la prossima settimana.