Genova. Alleanza Verdi Sinistra Liguria ha lanciato una petizione rivolta al presidente del Consiglio regionale della Liguria Gianmarco Medusei per chiedere di escludere le associazioni pro-life dai consultori pubblici regionali e di rafforzare il loro finanziamento.
I rossoverdi “chiedono che la Regione Liguria eserciti la facoltà prevista dalla legge per quanto riguarda i servizi consultoriali di non avvalersi di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno della maternità, nello spirito della legge 194 che prevede la riservatezza e la laicità del servizio pubblico e di rafforzare i consultori familiari su tutto il territorio della Regione mediante adeguati stanziamenti in misura tale da supplire al definanziamento da parte del Governo”.
“Questa legge – ricorda Avs – è nata per tutelare il diritto alla salute delle donne riconoscendo il valore sociale della maternità e della procreazione consapevole ponendo termine alle pratiche di aborto illegale e clandestino che hanno minato la salute e causato la morte di moltissime donne. Anche grazie alla legge 194 è aumentata la consapevolezza riproduttiva, con una conseguente costante diminuzione del ricorso alla interruzione volontaria di gravidanza. Attualmente i Consultori, grazie alle competenze ed alle professionalità presenti al loro interno, forniscono un importante sostegno sociale, informativo e psicologico propedeutico al rilascio del certificato che consente di accedere alla interruzione volontaria di gravidanza. I consultori familiari pubblici rappresentano quindi un importantissimo presidio sanitario territoriale e devono essere adeguati a sostenere un aumento delle richieste di salute riproduttiva e sessuale della popolazione”.
A fine aprile era stato respinto in consiglio regionale un ordine del giorno presentato da tutte le forze d’opposizione che avrebbe impegnato la giunta Toti a “non esercitare” la facoltà prevista dall’emendamento al decreto Pnrr, già convertito in legge, che permette alle Regioni di avvalersi di “soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.