Dopo la sentenza

Omicidio Nada Cella, la struggente lettera della nipote Eleonora: “Oggi non è la fine, è un nuovo inizio”

"Io credo fermamente che un motivo per non mollare ce l’abbiamo ancora - scrive la 26enne - e tutte le persone che abbiamo vicino ne sono la prova"

Generico marzo 2024
Genova. Affetto, tenerezza, dolore ma anche ricordi tramandati e la consapevolezza di avere nei geni molto di quella zia che non ha mai conosciuto. Eleonora Canevari, nipote di Nada Cella, ieri è uscita da palazzo di giustizia di Genova, dopo la pronuncia del giudice per il “non luogo a procedere”, in dignitoso silenzio tenendo a braccetto nonna Silvana.
Poi ha affidato alla sua pagina facebook la valanga di emozioni contrastanti che su lei e su tutta la famiglia di Nada hanno provocato questi lunghi mesi di indagine fino alla sentenza di ieri in una lunghissima e struggente lettera indirizzata alla zia.
“Oggi ho sperato di poter essere testimone io per te del giorno in cui finalmente forse avremmo trovato sollievo in una vita che è stata solo di domande e di poche risposte – scrive Eleonora – e l’ho fatto perché oggi in quell’aula c’era tutta la squadra al completo e volevo riuscire a vedere nei volti di chi ti ha conosciuta indirettamente la gioia di aver finalmente raggiunto il risultato desiderato. E invece niente. Il sangue che si gela per secondi che sembrano interminabili e le lacrime che scendono”
“Ma sai cosa ti dico?” aggiunge. “Che io ci credo ancora in questa vita, credo che un giorno, che può essere molto lontano, lo so, guarderò il cielo e saprò di nuovo gridare il tuo nome, ma questa volta in segno di vittoria per dirti che ce l’abbiamo fatta“.
Oggi non è la fine, oggi è un nuovo inizio – scrive la 26enne che alla zia Nada assomiglia moltissimo – Oggi zia ricomincia la speranza in una giustizia universale, oggi ricomincia la fiducia nel destino e una nuova dose di coraggio, e anche se a te il 6 maggio 1996 è stata tolta la vita e oggi 1 marzo 2024 è come se fossi stata uccisa un’altra volta, io credo fermamente che un motivo per non mollare ce l’abbiamo ancora e tutte le persone che abbiamo vicino ne sono la prova”.
Saremo ancora più uniti di prima, coccolerò la nonna per tutte le volte che non hai potuto farlo tu, sfoglierò ancora le tue foto per stupirmi di quanto io e te siamo simili, mi farò ancora raccontare della ragazza che eri e ti vivrò per quelle strade in cui passeggiavi un tempo tu”.
“Ho avuto le possibilità che a te sono state barbaramente tolte e così continuerò a farti sognare attraverso i miei occhi perché oggi, alla fine di tutto, ti sento ancora più con noi. Zia ci sei – conclude – ci siamo tutti, insieme, sempre e così ancora per l’eternità finché avremo respiro. E a scrivere vicino al ritratto che ti hanno fatto a Parigi nel 1994, nella casa in cui sei cresciuta, l’unica cosa di cui sono certa e che ti dico è “sunsets are proof that endings can be beautiful too
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