L'indagine

Maxi frode fiscale sui prodotti ittici, in manette il ‘re dei surgelati: tra Genova e Palermo maxi sequestro da tre milioni di euro

Sequestrati anche orologi, auto di lusso, immobili in Liguria e società di cui due a Genova. In manette Salvatore Vetrano ritenuto, tra l'altro, vicino a Cosa Nostra e Anna Bruno, figlia di un boss di Palermo

guardia di finanza, sequestro denaro

Genova. Ammontano a tre milioni di euro i contanti e i beni sequestrati al re dei surgelati di Palermo Salvatore Vetrano ritenuto, tra l’altro, vicino a Cosa Nostra, alla figlia di un boss Anna Bruno, e agli altri tre arrestati nell’ambito di un’indagine per frode fiscale transnazionale aggravata dall’agevolazione mafiosa su prodotti ittici importati a Genova condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Dda di Genova.

In particolare in Spagna, dove si sono trasferiti Vetrano e Bruno, la Policia Nacional – Unidad de Delincuencia Económica y Fiscal ha perquisito l’abitazione della coppia sequestrando denaro contante per oltre 100 mila euro, gioielli e orologi di lusso.

Analogamente, anche in Italia le perquisizioni operate dalla Guardia di Finanza hanno consentito di sequestrare a Genova e Palermo denaro contante per oltre 3 milioni di euro milioni di euro, orologi di valore ed automobili di grossa cilindrata. l sequestro, che interessa il territorio italiano, il territorio spagnolo e quello portoghese, riguarda: 100 rapporti finanziari, di cui 54 ubicati in Italia, 26 in Spagna e 20 in Portogallo; uote del capitale sociale di 15 società, di cui 7 con sede in Italia (Liguria Surgelati srl, Liguria Surgelati trading sas, Svelig srl., Ittica Monzese S.R.L., Caribian Pesca S.R.L., L.G. Surgelati S.R.L., Blau Pesca S.R.L.), 4 Con Sede In Spagna (Inmobiliaria Bruvet S.L., Pesca Trading Spain S.L., Pescados Y Mariscos Italianna S.L. E Grupo Alimentario Bruno & Vetrano S.L.) E 4 Con Sede In Portogallo (Pescados Salfabi Unipessoal L.D.A, Colossatlantico Unipessoal L.D.A., Espiral Seletiva L.D.A. E Albatross Dune Unipessoal L.D.A; 2 società di Genova con relativo compendio aziendale (Liguria Surgelati srl. e Liguria Surgelati trading sas.) e 9 immobili situati nelle province di Genova, Palermo e Cuneo.

Oltre a Vetrano e Bruno sono stati arrestati, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Genova, anche Mauro Castellani e Giuseppe Licata e Sebastiana Germano (gli ultimi due ai domiciliari). In totale sono 12 le persone indagate, alcune residenti in Liguria o titolari di società con sede nella Regione. Le accuse, a vario titolo sono associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento Iva aggravati dalla transnazionalità. All’imprenditore Vetrano è anche contestata l’aggravante di agevolare Cosa Nostra.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori delle Fiamme Gialle, l’associazione, attraverso società con sede in Spagna, Portogallo e Italia che avevano come amministratore di fatto e socio occulto Vetrano, ha messo in atto una serie di frodi Iva. In pratica veniva trasferito su “missing trader” (ditte cioè che omettevano il versamento dell’imposta applicata in fattura) il debito Iva derivato dalle transazioni garantendosi la possibilità di praticare prezzi al di sotto delle normali condizioni di mercato. Il denaro, provento delle fittizie intestazioni, veniva reimpiegato nelle società estere riconducibili a Vetrano. 

Nel corso dell’operazione nella casa di Palermo di uno degli indagati, Giuseppe Licata, sono stati trovati tre pacchi contenenti, secondo una prima stima, oltre un milione di euro. Le società “cartiere” avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti per un imponibile complessivo pari ad oltre 31.665.000 euro. Due indagati sono accusati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti per aver utilizzato nelle dichiarazioni Iva fatture per operazioni inesistenti (per un imponibile complessivo di oltre 3.846.309 euro e un’Iva evasa di 395.408,00). 

Quattro sono accusati di omesso versamento Iva per non aver versato oltre 1.346.000 euro. In pratica, le società iberiche risultano aver effettuato forniture intra-Ue, dunque non imponibili ai fini Iva, di prodotti ittici surgelati nei confronti delle società ‘cartiere’ italiane che a loro volta cedevano solo cartolarmente i prodotti ittici a clienti nazionali applicando l’aliquota Iva del 10%. Il cliente finale italiano ha conseguentemente acquistato i prodotti con applicazione dell’Imposta, maturando un credito Iva che non avrebbe maturato in assenza dell’interposizione della società ‘cartiera’ italiana che non versava alcuna imposta all’Erario e dopo un breve periodo di attività cessava di esistere per essere rimpiazzata da una nuova società schermo. 

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