Genova. “Le sacche di sangue di provenienza ospedaliera rinvenute nell’impianto Amiu di via Sardonella a Bolzaneto non sono solo uno sfortunato isolato incidente ma l’ennesimo campanello di allarme sullo stato disastroso di questo impianto. Non è purtroppo la prima volta che tra il materiale conferito compaiono sgradite sorprese, potenzialmente pericolose per i lavoratori. I quali, oltre a convivere con questo rischio, sono anche costretti da tempo a operare in condizioni estremamente critiche per il rumore, le polveri e le esalazioni degli scarichi e lo stato di degrado degli impianti“.
Questa la denuncia che arriva da Usb che ritorna sulla notizia del ritrovamento, avvenuto nei giorni scorsi, di alcune sacche di sangue di origine ospedaliera, smaltite erroneamente insieme ai rifiuti normali. “La situazione purtroppo è ben nota e denunciata da anni e in costante peggioramento per l’assenza di interventi strutturali – continua il comunicato stampa – come purtroppo dimostra anche la notizia emersa proprio in questi giorni circa le analisi effettuate da un’azienda esterna sui fattori di rischio chimici biologici per i lavoratori dell’impianto. Analisi che hanno evidenziato serie criticità. L’episodio dell’altro giorno deve segnare un punto di svolta. Non è più tollerabile ignorare il problema”.
“L’impianto di via Sardonella è stato inaugurato dieci anni fa – racconta Paolo Petrosino, delegato dell’Unione sindacale di base per Amiu – e all’epoca era il fiore all’occhiello per tutta l’azienda. Spente le telecamere, però, gli investimenti sono finiti e abbiamo iniziato a perdere pezzi. Prima Amiu ha ceduto il trattamento della carta, preso dai privati, mentre oggi gli impianti hanno molti problemi, in primis per la sicurezza di chi ci lavora tutti i giorni“. Le sacche di sangue, quindi, sono solo uno dei problemi: “Sono solo un episodio in più ad una serie di malfunzionamenti. La politica ha smesso di investire, un’occasione persa”.
Secondo il sindacato l’azienda avrebbe fatto una stima per il fabbisogno finanziario per sistemare gli impianti: “Servirebbero 10 milioni – spiega Petrosino – e se non ci sono si dovrebbe fermare il progetto dei bilaterali, fonte di tantissimi problemi e un vero e proprio pozzo senza fondo per le casse di Amiu“.
Le richieste del sindacato di base sono chiare: “Chiediamo massima chiarezza e massima trasparanze sugli esiti delle analisi effettuate sui fattori di rischio dell’impianto di Sardonella – conclude il sindacalista – e serve una programmazione seria sugli interventi da effettuare per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici di Amiu che ogni giorno che passa sono sempre di più esposti in prima persona a rischi e pericoli”.