Genova. Riapriranno domani (mercoledì 17 gennaio) le prime attività del Terminal Traghetti, costrette a ben 78 giorni di chiusura forzata dopo l’incendio dello scorso 31 ottobre che aveva provocato l’intossicazione di tre persone. I primi a ripartire, terminati tutti gli accertamenti e le bonifiche su ambienti e condotte di areazione, saranno gli inquilini dell’ala di ponente dell’edificio, quella più lontana dall’origine delle fiamme: la palestra Well&Fit, la scuola di danza Msa Academy e la società di spedizioni Marexport.
“Sono arrivati i nullaosta, domani le prime aziende potranno tornare al lavoro – conferma Edoardo Monzani, presidente di Stazioni Marittime -. Mancano solo i verbali di riconsegna che firmeremo nelle prossime ore. A seguire, entro questa stessa settimana, daremo il via libera per gli altri esercizi commerciali della parte ovest, parliamo di una ventina di attività commerciali”.
Ma buone notizie si intravedono all’orizzonte anche per la Coop, che si trova proprio in corrispondenza dei locali tecnici da cui è partito il rogo e che aveva incaricato la ditta al lavoro quel giorno per operazioni di manutenzione sugli impianti di refrigerazione e riscaldamento. “Da quanto mi è stato riferito dovrebbe riaprire a fine mese – spiega il numero uno della società che gestisce il terminal -. A seguire sarà il turno di tutti i negozi situati nella galleria commerciale tra la Coop e l’ala di ponente”.
Per le realtà che tornano alla normalità è la fine di un incubo. “Il danno è stato enorme – assicura Laura Olivieri, una dei cinque soci della palestra Well&Fit che occupa gli ultimi piani dell’edificio lato Lanterna -. Ha pesato soprattutto non poter comunicare una data di riapertura certa. Settembre e gennaio coincidono coi due picchi di ripresa degli allenamenti, molti frequentatori hanno saltato il rinnovo e non sappiamo se torneranno. In più abbiamo perso tutti i nuovi clienti: a ottobre avevamo anche cinque visite al giorno. Ovviamente compenseremo i giorni di mancata apertura allungando gli abbonamenti”.
La palestra, presenza fissa da quasi dieci anni al Terminal Traghetti, vanta un bacino di oltre 1.200 iscritti, sale attrezzi con vista mare e un nuovo centro abbronzatura che avrebbe dovuto aprire poco dopo il fattaccio. “Per noi è stato un duro colpo – continua Olivieri – perché ci stavamo ancora riprendendo dal Covid. Speravamo di ripartire già oggi, ma mancava ancora un permesso, quindi abbiamo aperto solo la segreteria. Dovrebbero firmare il verbale di riconsegna alle 10 del mattino, quindi a mezzogiorno contiamo di tornare operativi“.
Nella stessa zona c’è la Msa Academy of Dance & Performing Arts. Sono circa 80 gli iscritti ai corsi di danza classica e contemporanea che da domani potranno tornare a lezione, oltre agli habitué delle serate nei weekend. “Domani dopo le 10 e mezza saremo al lavoro, in realtà riprenderemo al 100% nel pomeriggio con tutte le attività – conferma il titolare Simone Vialardi -. Sono stati tre mesi difficilissimi, ci auguriamo che il pubblico ritorni. Abbiamo ricevuto tanti commenti positivi e questo ci fa piacere”.
Una battuta d’arresto imprevista per la scuola di danza che aveva preso possesso degli spazi del Terminal a gennaio del 2023: “Avevamo rimesso tutto a nuovo, per fortuna da noi non è arrivato nulla altrimenti sarebbe stata la distruzione totale“. I danni? “Non li abbiamo ancora quantificati, speriamo di farci risarcire ma queste sono cose lunghe”.
Sono 48 invece i dipendenti dell’agenzia marittima Marexport che torneranno in ufficio entro questa settimana dopo due mesi e mezzo di smart working obbligato. “Non è stato facile organizzarsi, a novembre e dicembre abbiamo registrato perdite in termini di clienti e fatturato – riferisce l’amministratore delegato Roberto Traverso -. Abbiamo dovuto rimandare visite già programmate da Stati Uniti e Medio Oriente, appuntamenti con compagnie e armatori. Ora è inutile lanciare accuse, le autorità stanno ancora verificando le responsabilità e la magistratura non si fa certo condizionare. E bisogna riconoscere che Stazioni Marittime ha stoppato per questo periodo il canone di locazione, che per noi ammonta a 100mila euro all’anno“.
La Marexport, attiva fin dal 1966 con quartier generale a Genova, ha sfiorato i 100 milioni di euro di fatturato nel 2022. Oltre all’incendio che ha reso inagibile la sede, a preoccupare ora sono i grattacapi che assillano tutto il commercio internazionale, tra cui il blocco del canale di Suez. “Qualche mal di pancia lo avremo senz’altro rispetto all’anno scorso”, sottolinea Traverso. Ma l’ottimismo non manca: “Venerdì ci vedremo tutti qui in azienda e faremo un brindisi: per acquistare il necessario ci rivolgeremo alle attività commerciali del Terminal, così da dare una mano a chi ha avuto problemi”.
Le attività economiche con sede nel complesso del Terminal sono infatti una sessantina, di cui una trentina di attività commerciali, per un totale di circa 200 posti di lavoro coinvolti. Ci sono negozi di telefonia e di prodotti per la casa, un parrucchiere, una gioielleria, una lavanderia, una libreria, bar e ristoranti. Alcuni sono piccoli negozi a gestione singola o familiare, come l’edicola e la tabaccheria. Altri sono punti vendita di catene franchising che per fortuna riescono ad ammortizzare almeno in parte le conseguenze della chiusura.
La Procura, che indaga per lesioni e incendio colposi, ha dissequestrato gran parte degli 80mila metri quadrati di superficie complessiva della struttura, eccetto il luogo da cui erano scaturite le fiamme. In quel momento erano in corso lavori di manutenzione da parte di una ditta incaricata proprio dalla cooperativa, la quale però sostiene che il macchinario interessato non fosse di propria competenza. Insomma, saranno le perizie disposte dalla magistratura a chiarire le responsabilità, coi primi indagati che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni.