Accoglienza

Migranti protestano sotto la prefettura: “Poco cibo e ricatti”. La cooperativa: “Nulla di vero”

Il presidio sotto il palazzo del governo per chiedere chiarezza su documenti e integrazione

Genova. Una decina di migranti, compresi tre minori, ieri mattina si sono presentati sotto la Prefettura di Genova per chiedere un migliore trattamento nell’accoglienza e maggiore chiarezza per quanto riguarda le tempistiche legate al rilascio dei documenti necessari per intraprendere il percorso di integrazione previsto. “Vogliamo poter lavorare e integrarci, ma anche curarci e non ammalarci. Per questo servono documenti che dopo tanti mesi qua in Italia ancora non abbiamo, più cibo e medicine”.

Secondo quanto riportato ai microfoni di Genova24, i migranti al momento sono ospitati all’interno di una struttura situata sulle alture i Quezzi, insieme ad un centinaio di altre persone provenienti dai paese nord africani e subsahariani. “In struttura ci danno poco cibo e pochi vestiti – raccontano – i bambini hanno fame e pochissimi ricambi. Molti di loro presentano delle infezioni della pelle per cui non riceviamo i farmaci adatti – denunciano – Ma soprattutto ci serve chiarezza per i documenti, senza i quali non possiamo cercare lavoro e integrarci”. Gli ospiti della struttura lamentano anche ritardi nei pagamenti del pocket-money previsto, circa 75 euro al mese a testa, che secondo quanto testimoniato, talvolta verrebbe consegnato con mesi di ritardo.

Una situazione smentita dal responsabile della Kcs Caregiver, la cooperativa di Bergamo che ha in appalto la gestione della struttura, raggiunto telefonicamente da Genova24 : “Nulla è assolutamente vero, la struttura è considerata eccellente e serviamo cibo della nostra tradizione alimentare nelle quantità previste mentre l’assistenza sanitaria, oltre che essere garantita a tutti, è condotta da un primario del Gaslini”. Smentita anche per quanto riguarda i ritardi della consegna del pocket money: “I soldi vengono erogati a fine del mese, abbiamo le ricevute“.

foto ricatto kcs
Il messaggio mostratoci dai migranti

Secondo quanto raccontato dal gruppo di migranti, inoltre, in alcuni casi avrebbero subito atteggiamenti percepiti come “di ricatto” da parte di alcuni dipendenti della cooperativa, che avrebbero messo in dubbio alcuni adempimenti burocratici previsti dalla legge sulla base del comportamento degli ospiti all’interno della struttura. Per documentare questa dinamica ci mostrano un messaggio, a loro dire scritto da un dipendente che, in relazione ad una foto che ritrae un piatto sporco aggiunge, in francese, la frase “per ogni comportamento indegno, niente scuola niente documenti“.  Secondo le prime verifiche di Genova24 il numero del messaggio, qui oscurato per ovvi motivi di privacy, corrisponderebbe realmente ad un dipendente della cooperativa. Anche in questo caso però il responsabile di Kcs smentisce: “Ricordo che comunque esiste un regolamento e che se questo viene disatteso la struttura ha la possibilità di segnalarlo in prefettura che ne valuta la gravità e che decide se compatibile con il percorso di integrazione offerto”.

Il gruppo di migranti, dopo aver presidiato la piazza per qualche minuto esponendo alcuni cartelli con le loro richieste, è stato ricevuto in prefettura dove le loro segnalazioni sono state prese in carico dal personale presente.

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