Genova. “Avrei gradito che un giudice o chi conduceva le indagini mi avesse contattato prima di far uscire queste carte, ci può stare un errore ma non ci può stare di queste dimensioni, non solo siamo esseri umani ma io non rappresento solo me stesso, rappresento i liguri attraverso le istituzioni e rappresento il partito”.
Il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana ha scelto l’auditorium al quinto piano del palazzo della Regione Liguria per raccontare la sua verità sulla vicenda dei festini a base di cocaina ed escort su cui indaga la procura di Genova. Vicenda per cui, ricordiamo, Piana non è indagato. Il suo nome però è citato da uno degli arrestati come partecipante a un party, il 1 marzo 2022, in una villa sul Montefasce.
“Non ho mai partecipato a festini, non sono mai andato a prostitute che ci crediate o no, e soprattutto non mi sono mai drogato, neppure una cannetta, come si dice, sono anche un donatore di sangue e potrei fare le analisi in qualsiasi momento – ha detto Piana, accompagnato dal suo avvocato, Maurizio Barabino – stamani quando mi sono svegliato mai mi sarei aspettato di essere tirato in ballo per una vicenda che ha del grottesco”.
Poi l’alibi. “Potete capire che fino ad ora non potevo rilasciare dichiarazioni perché non essendo imputato non avevo accesso alle carte ma in giornata abbiamo ricostruito la situazione con i miei legali e anche con l’aiuto dei miei autisti e posso dire che il 1 marzo ho lavorato tutto il giorno, sono arrivato a casa alle 21 e ho fatto una videocall per Vinitaly”, dice Piana.
Per la vicenda dei festini due noti professionisti genovesi – l’architetto ed ex pallanuotista Alessandro Cristilli, 57 anni, e il proprietario di alberghi Christian Rosolani, 53 anni – sono stati arrestati e si trovano in carcere a Marassi. Un terzo indagato è stato sottoposto a misura cautelare. Le accuse sono quelle di aver ceduto sostanze stupefacenti e di aver violato la normativa sulla prostituzione. L’operazione è stata chiamata “Obbligo o verità” dal nome di uno dei giochi a sfondo sessuale emerso dalle intercettazioni.
Alessandro Piana, dicevamo, non è indagato ma il suo nome viene riportato nelle carte dal giudice Riccardo Ghio. E a scanso di equivoci non ci sono casi di omonimia perché l’ordinanza parla di “vicepresidente della Regione”. Nel documento della procura però torna tra i personaggi che hanno partecipato alle feste un tal “Fabrizio Piana”. Sulla possibilità di una confusione il vicepresidente della Regione non si esprime: “Tutto è possibile”.
Ma il politico sottolinea: “Ho fiducia nella giustizia ma ho una sincera paura, pensando alla mia famiglia, perché è evidente che se una figura qualunque può fare un nome e quel nome inizia a girare, nessuno può sentirsi al sicuro. Mi riferisco alla cerchia politica: siccome è una ruota che gira, nessuno può sentirsi al sicuro”.
Piana ribadisce: “Non conosco gli arrestati, non conosco nessuna escort, al di là dei nomi che si trovano in quelle carte, non c’è alcun nome che sia un mio contatto, ho incontrato in alcuni appuntamenti istituzionali alcune persone citate dall’ordinanza”. Il riferimento è al notaio Piero Biglia di Saronno citato con lui da uno degli organizzatori delle feste, l’architetto Cristilli.
Il vicepresidente del consiglio regionale, leghista, dice di avere “ricevuto messaggi di solidarietà da rappresentanti politici di qualsiasi schieramento e questo mi ha fatto molto piacere”. A chiedere le sue dimissioni, per ora, solo il consigliere d’opposizione Ferruccio Sansa, che con un post su Facebook parla di “Bunga Bunga sul Monte Fasce”.
Sull’ipotesi di azioni legali, il suo avvocato afferma: “Al momento è prematuro, la notizia di oggi ci ha colto come un fulmine, di sicuro ci proporremo di parlare con la procura per chiarire questa vicenda che non deve lasciare nessuna macchia”.