Genova. Pasti consumati in camera e pochissime interazioni: Luca Delfino è arrivato nella Rems Santa Caterina di Pra’ nelle prime ore della mattina di sabato, e i primi giorni nella struttura sono trascorsi in quasi completo isolamento. Il killer di Antonella Multari, che a Pra’ dovrà scontare i prossimi 6 anni e mezzo dopo averne trascorsi 16 in varie carceri, non ha incontrato ancora neppure il suo avvocato, Riccardo Lamonaca, che dovrebbe fargli visita nei prossimi giorni per un primo colloquio. Nel frattempo il personale della Rems sta gestendo il suo arrivo cercando di conciliarlo con la grande attenzione mediatica che ha suscitato e con gli altri pazienti presenti all’interno della struttura, come aveva spiegato a Genova 24 il direttore sanitario Paolo Rossi.
“Mi è sembrato tranquillo. Certo, ha trovato i manifesti, sapeva di questa enfasi mediatica che accompagnava il suo ingresso ma mi sembra abituato a questo genere di cose – ha detto Rossi – Abbiamo provveduto a organizzare un’accoglienza morbida. Gli abbiamo spiegato le prime regole da tenere e lo abbiamo accompagnato in stanza. Nessuna richiesta, vorrebbe solo fare un po’ di attività fisica. In stanza ha una radiolina, nient’altro. Ha con sé molti effetti personali perché si porta dietro 17 anni di vita in carcere. Ma non ha portato nulla che non possa tenere qui, come il fornelletto e il frigo. Per il momento i pranzi, le cene, le merende le farà in stanza, poi vedremo come procederanno le cose”.
L’avvocato Lamonaca, dal canto suo, in attesa di incontrare il suo assistito e di fronte alle proteste dei residenti, preoccupati per un potenziale rischio evasione, ribadisce come a oggi la volontà di Delfino sembri essere quella di restare all’interno della struttura: “Bisogna scindere il discorso della presenza di una Rems così vicina alle abitazioni dall’ansia per la presenza di Luca Delfino – sottolinea – il primo discorso è un discorso di sicurezza che prescinde da lui. Siamo tutti consapevoli che una Rems non è un carcere, ma una struttura Asl, che gli infermieri non sono guardie armate e che per quanto uno chiuda la porta non ci sono garanzie. Ma pensare che tutto adesso sia più pericoloso perché è arrivato Delfino è completamente sbagliato e fuori tema”.
Delfino, sottolinea ancora Lamonaca, “ha sempre manifestato assoluta volontà di seguire questo percorso con l’idea di poter arrivare alla libertà”. L’avvocato conferma che il killer, oggi 46 anni, inizierà proprio alla Santa Caterina un percorso psichiatrico e terapeutico, “e certamente dopo 16 anni di carcerazione ci si aspetta possa essere più complicato e difficile. Questo però nulla ha a che fare con la questione sicurezza della Rems”. Delfino è stato condannato per l’omicidio dell’allora fidanzata Antonella Multari, avvenuto a Sanremo il 10 agosto 2007, e assolto per insufficienza di prove per quello dell’ex compagna Luciana Biggi, massacrata nei vicoli di Genova un anno prima, nel 2006.