Storia infinita

Park sotterraneo in piazza Dante, arriva l’ennesimo stop: il Tar blocca il progetto

Accolto il ricorso della Fondazione Gaslini che temeva danni strutturali al palazzo

parcheggio moto park piazza dante

Genova. Nuova battuta d’arresto per il parcheggio sotterraneo in piazza Dante. Stavolta a fermare il progetto è il Tar della Liguria che, con sentenza pronunciata dalla prima sezione, ha accolto il ricorso presentato dalla Fondazione Giannina Gaslini contro Comune, ministeri della Cultura e dell’Interno, Soprintendenza, Regione, Città metropolitana e vigili del fuoco per ottenere l’annullamento degli atti che davano il via libera alla costruzione dell’autosilos nel 2019.

Una storia iniziata più di dieci anni fa, quando la società Piazza Dante Parking aveva presentato a Tursi la proposta per realizzare 480 posti moto e 372 posti auto sotto il livello stradale, trasformando l’attuale distesa di scooter in uno spazio pedonale con giardini e arredi urbani. Nel 2011 il Consiglio comunale, la cui maggioranza appoggiava la sindaca Marta Vincenzi, diede il via libera al project financing.

Da allora una lunga sequela di battaglie politiche e giudiziarie – oltre alle perplessità degli ambientalisti – ha sempre tenuto il parcheggio interrato ferma al palo. Nel 2016, ad esempio, era Fratelli d’Italia, all’epoca ancora all’opposizione, a parlare di “opera faraonica e spropositata” condividendo le preoccupazioni sul rio Torbido, corso d’acqua interrato che scorre proprio nel sottosuolo di piazza Dante (come dovrebbe suggerire l’antico toponimo Ponticello).

Nel 2019 (nel frattempo in città governa da due anni il centrodestra di Marco Bucci) la conferenza dei servizi ha dato esito positivo e il Comune di Genova ha sancito il via libera con una determinazione dirigenziale. Ma la Fondazione Gaslini, proprietaria del palazzo che svetta ai piedi di Porta Soprana, ha interpellato la magistratura amministrativa, temendo che gli scavi avrebbero messo a rischio le fondazioni della struttura. A ottobre il Tar ha ordinato una perizia tecnica dal valore di 11mila euro, con oneri da suddividere tra le parti.

Oggi, dunque, l’ennesimo stop: il collegio presieduto da Giuseppe Caruso ha dato ragione ai ricorrenti e ha annullato il provvedimento del Comune, costringendo l’amministrazione a sobbarcarsi tutte le spese della perizia. Le motivazioni della sentenza saranno depositate in seguito, ma il cammino del progetto, ormai molto datato e con un piano economico probabilmente da aggiornare, sembra sempre più in salita.

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