Genova. Trasformare la rimessa Amt di via Bobbio a Staglieno in un centro di comunità, riqualificando la struttura storica risalente al 1902. E comunque, se proprio non fosse possibile spostare altrove gli autobus, ricavare il parcheggio di interscambio sottoterra anziché costruire due nuovi piani togliendo luce alle case.
È il progetto alternativo – rispetto a quello già depositato da Italferr per conto del Comune nell’ambito del pacchetto dei quattro assi di forza – realizzato dall’architetto Giovanni Spalla e presentato oggi dal comitato dei residenti di via Vecchia e strade limitrofe. Un’idea sposata non solo dal Movimento 5 Stelle e dal presidente del Municipio Roberto D’Avolio, ma anche dal candidato sindaco progressista Ariel Dello Strologo, protagonista di un rapidissimo blitz (un po’ a sorpresa) in conferenza stampa.
La mossa dei residenti arriva a tre settimane dall’assemblea pubblica in cui l’assessore comunale alla Mobilità Matteo Campora aveva escluso espropri e demolizioni e annunciato l’intenzione di modificare il progetto riducendo i volumi. “Ma il nostro è in grado di conciliare l’ambiente e le infrastrutture perché non prevede nuove costruzioni – spiega Raffaella Capponi, presidente del comitato -. Noi avevamo chiesto a Campora un incontro per sottoporgli questo progetto e istituire un tavolo di lavoro condiviso, ma stiamo ancora aspettando una risposta. L’apertura dell’amministrazione c’è stata solo a parole. Solo ieri ci hanno dato la disponibilità per fare un sopralluogo, per fortuna l’architetto Spalla è riuscito a farlo lo stesso”.
La proposta di Spalla parte da una considerazione di base: quella rimessa è storica e va preservata, così come le case adiacenti. “La copertura presenta una struttura a capriate con un lucernaio continuo, tipica del periodo di industrializzazione genovese, di grande valenza architettonica – spiega l’architetto – e nei fondi sono ancora riconoscibili le stalle usate per i cavalli che trainavano gli omnibus. La Soprintendenza nel 2008 ha dichiarato che non è di interesse storico, ma noi riteniamo che questo parere sia contestabile. Faremo tutti i passi necessari per chiederne la revisione sulla base dei documenti”. Su alcuni dei palazzi che il progetto ufficiale prevede di eliminare, salvo il passo indietro di Tursi, si vedono ancora i lastroni di ardesia sulla facciata rivolta a nord, come usava un tempo: “Come si fa a dire che non sono di interesse storico?”, si chiede Spalla.
L’idea è quella di restaurare la struttura esistente, anziché demolirla e ricostruirla più alta, trasformando il deposito in un centro di comunità con spazi per il quartiere come biblioteche e palestre. All’interno, intervallando uno spazio di circa 10mila metri quadrati, nascerebbero quattro cortili scoperti (o sovrastati da vetrate, con diverse varianti possibili), mentre il resto del tetto sarebbe tappezzato di pannelli fotovoltaici. Per ora nessuna ipotesi sui costi, che comunque “sarebbero di sicuro inferiori rispetto al progetto originario”.
La facile obiezione, però, è che i finanziamenti del Governo sono finalizzati proprio a costruire il parcheggio di interscambio, riqualificando il piano terreno come rimessa per i bus elettrici, mentre il progetto alternativo immagina tutt’altro scenario. “Se proprio si vuole il parcheggio lo si può costruire sottoterra – replica Spalla -. Inutile parlare del piano di bacino: in piazza della Vittoria è stato realizzato in modo che non si allagasse, si può fare lo stesso qui. E comunque nel frattempo sarà pronto lo scolmatore del Bisagno”. E gli autobus? I residenti propongono di metterli tutti alle Gavette o di utilizzare l’ex officina Guglielmetti appena acquisita dal Comune. In alternativa, mantenere il deposito Amt com’è adesso aggiungendo solo il park sotterraneo, puntando a far riconoscere dalla Soprintendenza l’interesse storico sulla struttura di inizio Novecento.
“Al di là del contenuto del progetto mi sembra molto importante la modalità con cui ci si è arrivati – commenta Dello Strologo -. Il comitato dei cittadini, a fronte di un’imposizione, entra in dialogo in chiave propositiva con dei professionisti di assoluto rilievo per dare una risposta che è quella che noi auspichiamo per tutta la città: salvaguardare il patrimonio artistico e storico, intervenire in direzione di un trasporto pubblico rafforzato e un trasporto privato limitato, ma soprattutto creando luoghi di interazione sociale di alto livello. È una superficie incredibile e vista così fa davvero effetto, potremmo recuperare almeno due campi di calcio da destinare alla città”.
“Questo è un lavoro portato avanti senza il supporto dell’amministrazione – aggiunge il presidente del Municipio Media Valbisagno Roberto D’Avolio -. Riteniamo che il progetto imposto dal Comune modificherà la vita dei cittadini in peggio. Noi vogliamo dare alternative. Questa soluzione è un progetto di rigenerazione urbana, un progetto sostenibile, lo sosteniamo con forza come municipio. Immaginiamo che tutte queste proposte troveranno ostruzionismo. È un percorso scomodo per chi amministra, ma ascoltare i cittadini e il territorio non significa non decidere”.
La speranza del comitato (e dei giallorossi che hanno prontamente cavalcato il malcontento) è che possa accadere anche in Valbisagno quello che si è già verificato a Levante. Dove, in seguito alle proteste dei residenti di Quarto, il Comune ha mandato all’aria il progetto della rimessa per i filobus in via delle Campanule e ha avviato una nuova gara per destinare a quell’uso l’ex stadio Carlini.