Passato e futuro

Genoa, dal dottor Spensley al dottor Zangrillo: grandi speranze che non si tratti di macaja negli occhi

Tanti i collegamenti con il passato glorioso: la proprietà si affida a un medico e a un giramondo, caratteristiche del leggendario Spensley

Genoa Vs Sassuolo

In fondo, americani e genoani un po’ fratelli lo sono. Di 117 anni più anziani, i primi sono stati il figlio ribelle dell’Inghilterra. Un enfant prodige verrebbe da dire, che ha poi soppiantato il regale genitore come potenza mondiale. Anche i genoani nascono grazie agli inglesi, che fondarono il club il 7 settembre 1893 proprio presso il consolato britannico di Genova, città che potenza internazionale lo era stata ben prima degli Stati Uniti.

I collegamenti con il passato glorioso, con le radici, sono stati fin da subito un elemento portante della comunicazione americana. La nomina del dottor Alberto Zangrillo come presidente alimenta quel filo rosso col passato che la proprietà che vuole “tornare a vincere” intende rinnovare. Eh sì, perché i primi sei scudetti del club sono firmati da James Spensley, l’allenatore-medico di Stoke Newington giunto via mare in riva alla Superba, rendendola tale anche sulla terra, o meglio: sul terreno di gioco.

“È per questo che lottiam” ha scritto Zangrillo sul suo profilo Instagram personale. La foto a completamento ritrae i giocatori del Genoa esultare sotto la Nord, ma il celebre motivo intonato dai supporter del Grifone fa poi riferimento alla stella, alias il decimo scudetto. La rotta da seguire è quella tracciata da Spensley, uomo che parlava la stessa lingua della proprietà e che svolgeva lo stesso lavoro dell’attuale presidente.

La cura del lavoro sul campo invece è stata risposta nelle mani di una persona che proviene dall’est. Stile diametralmente opposto a quello delle pompe magne a stelle e strisce, freddezza sovietica ma abitudine a fare le cose in grande come le faceva il Milan di Berlusconi, con cui Zangrillo non può che avere qualche affinità. Uomo di mondo anche Sheva. Nato a Kiev, passato per l’Italia e l’Inghilterra, campione d’Europa e pallone d’oro.

Come i genovesi e gli americani è abituato ai viaggi: dopo quelli nel passato remoto ora i tifosi sperano di passare senza troppe attese a quelli per l’Europa. Tanti simboli e segni ci sono: l’auspicio è che le “grandi speranze”, per dirla alla Dickens, non siano solo, per dirla alla genovese, macaja negli occhi.

 

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